
Ibiza: cosa fare e dove mangiare veg in meno di 72 ore nella Isla Bonita
Quest’estate per me è volata, senza vacanze quest’anno. Viaggi si, mi sono mossa qui e là, ma sempre lavorando. Le Vacanze con la V maiuscola, quelle che di solito faccio a settembre e che per me equivalgono al momento in cui posso finalmente staccare un pochino, sono saltate. Anzi, non proprio. Mi sono regalata due giorni e mezzo a Ibiza insieme a un’amica per una fuga veloce nel tentativo di ricaricare le batterie.
Meno di 72 en la isla bonita con un programma di viaggio inesistente, fatto solo di voglia di sole e di bellezza con cui nutrire gli occhi. Senza noches bravas, non c’era posto per quelle, e poi le ore piccole le abbiamo sempre fatte lo stesso 😉
La settimana che abbiamo beccato noi è una delle più gettonate – l’abbiamo scoperto a nostre spese quando abbiamo cercato un posto per dormire – perché pare che sia una settimana di feste in navi da crociera e folli parties da 48 ore non stop. Roba per noi insomma.
E visto che ottobre è ancora un mese buono per una fuga a Ibiza, ho pensato di darvi un paio di dritte segnalandovi le cose che abbiamo visto e ci sono piaciute (se non puntate alla wild life).
COME MUOVERSI
Dall’aeroporto di Ibiza gli autobus partono fino a mezzanotte e vi portano un po’ dove volete in giro per l’isola. L’autobus si prende proprio fuori dall’aeroporto, costa meno di 4 euro (per arrivare al porto o in centro a Ivissa) ed è comodissimo. Se scegliete di prendere la macchina potete prenotarla dall’Italia e ritirarla in aeroporto – vi consiglio di fare sempre l’assicurazione casco – oppure in uno dei tanti rent che ci sono in giro ma non fidatevi del primo prezzo, entrate e uscite dai noleggi prima di scegliere dove prendere la vostra macchina. La macchina è sicuramente comoda per muoversi anche sulle stradine scoscese della Isla, se siete provetti guidatori del motorino lo scooter è un’opzione.
Con meno di 72 ore a disposizione noi abbiamo deciso di prendere la macchina solo un giorno per attraversare l’isola, non credete a chi vi dice che con gli autobus non ci si muove, bisogna solo organizzarsi. Gli autobus partono dai maggiori centri e in linea di massima se dormite a Ivissa non avrete problemi. Se preferite dormire in una zona più tranquilla invece, vi consiglio la macchina.
SPIAGGE
Avrei voluto vederle tutte, inutile dirlo. Invece no, era impossibile, così ci siamo organizzate.
Giorno 1 – Costa ovest
Cala Comte
Da Ivissa un cambio d’autobus a Sant Antoni vi porta a Cala Comte/Cala Conta, una delle più conosciute di Ibiza, nella posizione perfetta per chi vuole godersi il tramonto sul mare. Costa alta e rocciosa, calette sabbiose che si tuffano in un mare che ha tutte le sfumature del turchese e toglie il fiato, piccoli isolotti di fronte a voi. Sembra un paradiso, e lo è, peccato solo per la calca di gente che affolla queste spiagge e per la musica – lounge non invadente ma onnipresente – che arriva dalle casse del famoso Sunset Ashram, ristorante e beach bar.
Cala Bassa
Non esiste un collegamento autobus diretto fra Cala Comte e Cala Bassa quindi, se non siete in macchina ma volete vederle entrambe, preparatevi per una bella passeggiata. Arrampicandosi sulla scogliera e percorrendo un tratto di strada sterrata e uno asfaltato fra le case, si imbocca una stradina in mezzo alla vegetazione di pini e tamarindi che scende fino al mare, dietro al Beach Club Cala Bassa. Ampia spiaggia bianca, acque basse e trasparenti. Un incanto per gli occhi questa Cala che deve dare davvero il meglio in bassa stagione, quando si può godere del panorama senza stare fra mille mila milioni ombrelloni (decisamente troppa gente per me).
Giorno 2 – Costa Nord
Cala Xarraca
Da Ivissa in circa mezz’ora, o poco più, si arriva al nord, la zona un po’ meno turistica e più selvaggia di Ibiza. Per raggiungere Cala Xarraca si sale e poi si scende giù per una stradina stretta e ripida ma ne vale la pena. Una piccola Cala di sabbia bruna e sassi, tantissime insenature fra le rocce dove avventurarsi per cercare un angolo di pace, una piscina d’acqua fra il verde e il blu, tanti pesci e – finalmente – un po’ di tregua dal caos.
Le scogliere rocciose fra l’arancio e il cipria circondano la Cala e con un po’ di attenzione è possibile arrampicarsi per godere di una vista che toglie il fiato o muoversi fino a Cal Xuclar e S’Illot d’Es Renclì.
A Cala Xarraca c’è un solo chiringuito – caro! Io ho preso mezzo litro d’acqua a 2,75 euro -, niente musica, meno turisti, più hippy e un silenzio cullato dal rumore delle onde che si infrangono sulla battigia. Considerata la posizione, dietro una scogliera alta, il sole non dura tantissimo a settembre e verso le quattro del pomeriggio dovrete stendervi proprio a riva per godere degli ultimi raggi. Ma respirate profondamente e godetevi la quiete.
Cala Benirràs
Muovendoci da Cala Xarraca verso Santa Gertudis abbiamo fatto una tappa a Benirràs da dove è possibile godere di un tramonto mozzafiato e partecipare, ogni domenica, alla Festa dei tamburi della pace che suonano proprio per celebrare il tuffo del sole nel mare. Considerata il cuore della cultura hippy questa Cala che dovrebbe essere – secondo le guide – ancora incontaminata – mi ha un po’ delusa: tanti ombrelloni fitti fitti e moltissima gente, inoltre per la posizione qui c’è pochissima aria. Se soffrite il caldo o cercate un posto tranquillo scegliete altre mete, ma sicuramente vale la pena venirci la domenica sera (noi non siamo riuscite ad esserci per i tamburi ma dicono sia molto suggestivo, e ci credo).
Santa Gertudis
Mi sono innamorata di questo paesino nell’entroterra con le case bianche e il piazzale davanti alla chiesa pieno di bambini che corrono e giocano a pallone, le vie del centro – minuscolo – invase dai tavolini dei bar e la gente che si gode l’aperitivo, la cena, il caffè. C’è un’atmosfera rilassata e serena qui, le porte delle case sono dipinte di colori diversi, la chiesa – piccola e super accogliente – è decorata di giallo e blu e le gallerie d’arte sono un retaggio degli anni in cui gli hippy andavano a Santa Gertudis a vendere le proprie opere.
Giorno 3 – Costa sud
Ses Salines
L’autobus da Ivissa vi porta comodamente fino a Ses Salines, all’interno del Parco Naturale, costeggiando le saline che da sempre hanno un grande fascino per me grazie a quell’atmosfera unica che si respira qui, un po’ malinconica, e ai colori meravigliosi che le saline assumono quando il sole si riflette sulla superficie dell’acqua.
Siamo arrivate a Ses Salines la mattina presto del nostro ultimo giorno, con un clima incerto, grandi nuvole grigie sopra la testa e la meraviglia di una spiagga lunga, larga e bianchissima senza gente. Sarà stata l’ora o forse il meteo, ma evidentemente erano ancora tutti a letto (o a ballare). Ses Salines è un incanto, il mare si estende a perdita d’occhio, l’acqua fredda e trasparente invita a tuffarsi.
Camminando lungo la riva fino al chiringito Sa Trinxa e oltre, si arriva alla costa alta della spiaggia: addentratevi fra la vegetazione, camminate fra gli scogli della costa rocciosa, scendete nelle minuscole calette a misura d’uomo (molto frequentate dai nudisti) e troverete quello che per me ha la forma del paradiso. Lo sguardo si perde nel blu del mare, gli alberi si stagliano solitari in mezzo alle rocce dorate, il vento scompiglia i capelli.
DOVE MANGIARE VEG
Abbiamo dormito in centro, in una delle zone più turistiche (non più belle) vicino a Platja De Ses Figueretes e abbiamo sempre pranzato al sacco nutrendoci di bacche muschi e licheni (scherzo: pane di segale, avocado e pomodoro sono stati il nostro comfort food mentre ci crogiolavamo al sole) ma un paio di tappe le abbiamo fatte anche noi:
Es Repòs – Ivissa
Per niente ibizenco (lo so), moderno e piuttosto frequentato soprattutto a colazione prestino, quando molti bar sono ancora chiusi, questo locale ci ha sfamate dopo più di 12 ore senza aver mangiato: brioches di ogni genere – anche la tradizionale ensaimada fatta a forma di girella – anche di farro, smoothie, centrifugh, acai bowl e variazioni sul tema pa amb oli, ovvero il pane condito con olio e sale con l’aggiunta di pomodoro (i pomodori vengono sfregati sul pane) a piacere. Noi abbiamo scelto la versione del pane (anche senza glutine!) con avocado e due smoothie con succo d’arancia e frutta fresca: la colazione dei campioni.
Biorganic – Ivissa
Questa piccola bottega bio ci ha fornito la spesa per i pranzi in spaggia e non solo: due signore gentilissime vi prepareranno al volo smoothie, acai bowl e succhi di ogni genere ma potrete scegliere anche una buonissima brioche di farro con crema di mandorle o i loro dolci homemde vegan e raw. Potete prendere tutto da asporto o sedervi in uno dei due minuscoli tavolini colorati sulla strada e godervi la vostra colazione prima di affrontare la giornata.
Wild Beets – Santa Gertudis
Un “aperitivo” (leggi: smoothie e succhi di ogni genere) lungo e una cena che ci ha lasciate soddisfatte e felici: al Wild Beets avrete l’imbarazzo della scelta. Il locale è carino, fuori dal centro, il personale super gentile vi guiderà anche nella scelta dei piatti nel caso in cui soffriate di intolleranze o allergie. Buonissima la lasagna raw di zucchine con formaggio di anacardi, super healthy la bowl con riso tempeh alghe e verdure che ho mangiato io, servita con una salsa strepitosa. Per il dolce non perdetevi i loro trufas, i tartufi: bombe di cioccolato e datteri ricoperte con cocco, semi di canapa, fiori, polline, sesamo e chi più ne ha più ne metta..qualcuno (non io stavolta!) ha fatto il bis ;P
DA NON PERDERE
Dal Villa
La città vecchia di Ibiza, cittadella fortificata rinascimentale che domina la baia, abbarbicata sulla scogliera, con le sue viette piccole e i locali affacciati sulla strada, i muri bianchi e le bouganville che incorniciano le porte delle case. Il centro è un po’ turistico e i locali non molto economici ma l’atmosfera è unica, vale una passeggiata (magari di giorno e non di sera come abbiamo dovuto fare noi) per scoprire Plaza de la Catedral, il castello Almudaina e la Catedral Santa Maria de les Neus.

