
Risotto al cavolfiore con limone e capperi
E’ Carnevale ma io non sono una fudbloggherseria e siccome io e questa festa abbiamo un rapporto molto complicato (leggi: non abbiamo alcun rapporto se escludiamo brevi momenti paradisiaci quando addento una frittella allo zabaione), non troverete nessuna ricetta a tema.
Oggi invece, insieme alla ricetta di un risotto vegan senza glutine stupefacente (trovate altre ricette per il risotto in versione vegan e non qui) troverete una riflessione su come a volte basti cambiare punto di vista per cambiare idea.
Ho sempre pensato che cambiare idea sia sinonimo di intelligenza. Pur essendo una testarda, non ricordo di aver mai escluso a priori qualcosa o di non aver voluto ascoltare qualcuno solo perché la sua idea era diversa dalla mia. Penso che da ogni persona – anche la più lontana – e da ogni situazione – anche la più banale – si possa imparare qualcosa o raccogliere qualche spunto interessante. Sta a ognuno di noi poi, con la propria testa e il proprio istinto scegliere cosa usare e cosa no.
E infatti non reagisco bene quando, scoprendo qualcosa di me che non si aspettavano, le persone mi dicono “non pensavo che tu ascoltassi/guardassi/credessi/ti interessassi/seguissi/facessi questo o quello”. Precisamente cosa vorreste dire con questo, persone? Che mi avevate incasellato dentro uno schema e il fatto che io abbia una mente aperta vi destabilizza? Che se parlo o mi confronto con qualcuno che a voi non va, automaticamente smetto di andarvi bene anch’io? Non lo so, parliamone.
Ma parliamo anche di come questo approccio di apertura possa rivelarsi utile e sorprendente in cucina. Prendiamo, ad esempio, un cavolfiore. E’ opinione generale che sia un ortaggio triste, che puzza quando lo si cucina, che fa bene ma sa di poco, che fa un po’ dieta. E se vi dicessi che provando a cambiare prospettiva potreste dargli la chance di farvi ricredere?
Vi convincerò, come spesso faccio tento di fare, a colpi di forno! Il forno ha il super potere di rendere qualsiasi verdura deliziosa. E questo cavolfiore cotto al forno, buonissimo anche come contorno, vi stupirà diventando protagonista di un risotto vegan cremossisimo al cavolfiore profumato con scorza di limone e capperi. Ma non è finita, perché se vi fidate di me, le foglie del cavolfiore diventeranno chips croccanti irresistibili…provate a non mangiarle tutte per poterle mettere sopra il risotto!
Ingredienti per 4 persone
360 g di riso carnaroli
1 piccolo cavolfiore
1 limone non trattato
2 cucchiaini di capperi sotto sale
brodo vegetale o acqua qb
olio extravergine d’oliva
sale e pepe
Per cuocere il cavolfiore pulitelo dalle foglie esterne più grandi (tenete le più piccole e mettetele in teglia con il resto) e eliminate la parte finale del torsolo, dividetelo in cimette e affettate sottilmente la parte centrale. Condite con olio, sale e timo limone (o normale) e infornate a 200°C per circa 20-25 minuti fino a quando sarà morbido e arrostito. Tenete d’occhio le foglie che saranno pronte prima, togliete dalla teglia quando saranno croccanti per evitare che brucino.
Mettete il riso a tostare con un filo d’olio, salatelo e poi copritelo con il brodo o l’acqua calda. A parte frullate tutto o ¾ del cavolfiore (non le foglie!) con un filo d’olio e un po’ di scorza di limone, aggiungendo un mestolino di brodo o acqua in modo da ottenere una crema.
Proseguite la cottura del riso e, verso fine cottura, aggiungete la crema di cavolfiore invece del brodo, mescolando con cura perché non attacchi. Unite altro liquido se necessario e portate il riso a cottura aggiungendo anche le cimette rimaste se le avete tenute da parte. Fuori dal fuoco mantecatelo con un filo d’olio e poi servitelo con una macinata di pepe, la scorza di limone, le foglie croccanti e i capperi dissalati.

